Doro si sedete per primo. Sotto l ' abbronzatura girava a volte gli occhi bianche, irrequieti come quelli di un cane. Adesso che l ' avevo di fronte me ne acorsi, come pure che pareva sardonico in gran parte soltanto per il contrasto dei dento con la faccia. Ma lui non mi lasciò il tempo di parlarne e disse subito. Quanto tempo che non siamo insieme? Volli vedere fin dove arivava. Ero seccato. Anzi accesi la pipa per fargli capire che avevo il tempo dala mia. Doro tirò fuori le sue sigarette dorate, e ne accese una e mi soffiò in faccia la bocata. Tacqui, aspettando. Ma fu soltando col buio che si lasciò andare. A mezodì mangiammo insieme in trattoria, affogando nel sudore; poi ritornammo a paseggiare, e lui entrò in diversi negozi per darmi a intendere che aveva da fare commissioni. Verso sera prendemmo la vechia strada della collina che tante volte in passato avevamo percorso insieme et finimmo in una saletta tra di casa d ' appuntamenti e di trattoria che da studenti c ' era parsa il non-plus-ultra del vizio.
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