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    Learn Italian > Italian lessons and exercises > Italian test #109051
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    Musical scale


     

    Le singole note musicali non hanno un vero e proprio nome. Do, re, mi, fa, sol, la, si sono delle «sigle», semplici sillabe capaci di far ricordare con maggiore facilità alla mente e all’orecchio i diversi toni. Hanno un valore pratico e scolastico perché rendono più pronto l’apprendimento della scala musicale, aiutano a intendere la posizione dei suoni e dell’intervallo che corre tra l’uno e l’altro.

         Ma da quando sono in uso

     

         Le note musicali furono introdotte quasi mille anni fa da un italiano, un monaco, frate Guido d’Arrezzo che intorno al 1030 escogitò un nuovo sistema per la notazione e lo studio del canto ecclesiastico, l’unica forma musicale allora conosciuta. Egli insegnava a sentire e stabilire nell’orecchio le progressioni della «scala» musicale facendo imparare a memoria l’inno a San Giovanni Battista, composto qualche secolo prima da Paolo Diacono, che allora godeva di una grande notorietà. Ogni versetto dell’inno cominciava con una nota progressivamente più alta sicché, nel passare dall’una all’altra, si capiva il ciclo della scala tonale. A ciascuna nota corrispondeva la «prima» sillaba di ogni versetto, e queste prime sillabe furono assunte a disegnare le diverse note:

       Ut queant laxis (Affinché possano cantare)

          Resonare fibris (Con voci vibranti)

    Mira gestorum (Le meraviglie delle tue gesta)

    Famuli tuorum (i servi tuoi)

    Solve polluti (cancella il peccato)

    Labii reatum (dal labbro impuro)

    Sancte Iohannes (Oh San Giovanni)  

         Dapprima le note furono sei: Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La si aggiunse in seguito la settima: Si, ricavata probabilmente dalle due iniziali dell’ultimo versetto: «Sancte Iohannes».

         Soltanto nel secolo XVII si sostituì Ut con Do.

         Leggere le note per mezzo di queste sillabe, si disse fare o cantare il sol-fa, da cui solfeggio e solfeggiare.

     

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    1. Da quando sono in uso le note musicali così come le conosciamo oggi?

    2. Da chi sono state introdotte?

    3. Di che origine era?

    4. All'inizio, quante erano le note?

    5. Da quale canto sono state tratte le note?

    6. Chi è l'autore di quest'inno?

    7. Chi ebbe l'idea di chiamare le note con i monosillabi che oggi conosciamo?

    8. La scala musicale aiuta a capire la posizione dei suoni, e cos'altro ancora?

    9. Cantare le note Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La, si diceva allora che si recitava il :

    10. Come si traduce in francese: solfeggiare?









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